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Come lavorare un Juniperus chinensis Itoigawa bonsai su roccia

Come lavorare un Juniperus chinensis Itoigawa bonsai su roccia

Come lavorare un Juniperus chinensis Itoigawa bonsai su roccia

Ti piacerebbe scoprire come lavorare un Ginepro Itoigawa bonsai su roccia? In questo articolo ti presenteremo la lavorazione effettuata su uno dei bonsai del nostro negozio, realizzata da uno dei nostri esperti bonsaisti. Per cominciare ci piacerebbe però darti qualche informazione in più sulla specie Ginepro Itoigawa e sulla coltivazione dei bonsai su roccia, una tecnica davvero scenografica che merita di essere approfondita.

Guarda il video della lavorazione sul nostro canale youtube!

Indice

  1. Il Juniperus chinensis Itoigawa
  2. Bonsai su roccia / Ishitsuki
  3. Lavorazione di un Juniperus chinensis Itoigawa

1. Il Juniperus chinensis Itoigawa

Il Juniperus chinensis (Ginepro Cinese) Itoigawa è una conifera che cresce spontanea in Cina, Giappone e Mongolia, dove può raggiungere i 30 metri di altezza, presenta caratteristiche diverse a seconda dell’età: nelle piante giovani le foglie sono aghiformi, lunghe, chiare e compatte; in quelle adulte sono piccole e squamiformi. Il Ginepro produce delle bacche bluastre che diventano brune quando arrivano a maturazione. É forse il sempreverde che più si adatta all’arte bonsai ed è perfetto per la lavorazione della legna secca. Una pianta per veri appassionati, che può essere lavorata tutto l’anno, tranne in luglio e agosto.

2. Bonsai su roccia Seki-joju/Ishitsuki

Come spesso accade nella cultura orientale, in cui la natura viene letta come un’opera d’arte da osservare con attenzione, anche i bonsai su roccia Ishitsuki, sono dei veri e propri oggetti di contemplazione. Proprio per questo la composizione dell’elemento roccia e pianta dovrà essere capace di esprimere armonia senza lasciare spazio a sbilanciamenti in cui uno dei due elementi prevalga sull’altro. La forza dei bonsai coltivati su roccia sta proprio nella loro capacità di rappresentare la bellezza della natura nelle sue condizioni più estreme: su un pendio di montagna, su un precipizio o in anfratti apparentemente disagevoli per la crescita di una pianta. La difficoltà della pianta che in natura cerca di raggiungere il terreno, porta le sue radici a svilupparsi verso l’acqua e le sostanze nutritive aderendo alla forma della roccia e insinuandosi nelle sue sfaccettature. Le radici adese alla roccia diventano in questo modo molto rigide e forti, trasformandosi in veri e propri rami, mentre quelle più sottili si sviluppano all’interno della terra e saranno proprio queste a portare le sostanze nutritive alla pianta.

Tra le specie che più si adattano alla tecnica del bonsai su roccia c’è proprio il ginepro, per gli effetti scenografici che si possono ottenere attraverso la modellazione della pianta. Per cominciare a coltivare un bonsai con la tecnica Ishitsuki, serve naturalmente andare alla ricerca di una roccia dalla forma interessante che richiami uno scorcio di paesaggio. Senza dubbio si prediligono rocce resistenti che non abbiano la tendenza a sbriciolarsi e dal colore scuro. Definito il suo fronte e retro, sarebbe consigliabile realizzare un disegno della composizione che si vorrebbe realizzare, questo per evitare di creare errori prospettici e bilanciare ciascun elemento sin dal principio. Una delle modalità per impostare la composizione del bonsai su roccia è quella di posizionare la pianta nell’area più alta della roccia, in questo modo procedendo con la moderazione del bonsai in stile a cascata. In alternativa si possono sfruttare i vuoti della roccia per dare un punto di appoggio alla pianta e permetterle di sviluppare al meglio le radici in uno spazio a lei confortevole. Da non sottovalutare anche l’angolazione dei tronchi e della roccia che va armonizzata per non creare nuovamente errori prospettici.

3. Lavorazione di un Juniperus chinensis Itoigawa

Abbiamo ricevuto quest’esemplare Juniperus chinensis Itogawa dal padre del Signor Kobayashi a Kanuma. Nonostante fosse in parte danneggiato, era comunque un bonsai interessante anche e soprattutto per la sua età, così abbiamo deciso di portarlo nel nostro vivaio. La pianta è arrivata con una forma poco armoniosa ed equilibrata: la parte a destra era per gran parte morta e l’unico ramo rimasto era completamente sbilanciato verso l’esterno, non dialogava più con la parte opposta della pianta. Nella parte sinistra poi la chioma era troppo piena e non permetteva alla luce di filtrare correttamente tra i rami. Abbiamo cominciato a modellare la pianta con l’idea di compattare la forma, che in quel momento seguiva due direzioni opposte, cominciando ad operare sulla parte sinistra. Si è trattato di un vero e proprio lavoro chirurgico, in due punti infatti è stata staccata una delle vene del legno per far sviluppare la pianta più vicina alla roccia e per armonizzarla a quest’ultima. La raffia applicata a queste due vene di legno, ora divise dal ramo a cui erano legate, è da considerarsi come una vera e propria benda per proteggere la ferita e far ricostituire il ramo. Sono stati creati quindi dei palchi che hanno dato aria alla chioma, precedentemente troppo compatta, che aiuteranno a far circolare meglio l’aria prevenendo inoltre l’avvento di parassiti e funghi. In basso a sinistra è stato poi lavorato il ramo morto con la tecnica Jin. La parte destra è stata modellata con l’idea di avvicinare anche questo unico ramo alla roccia. É interessante considerare con attenzione l’annaffiatura dei bonsai su roccia che, come si può immaginare, non va affatto sottovalutata: si deve tenere conto in particolare della temperatura della roccia. D’estate infatti questa sarà molto alta e l’idea è di raffreddare prima di tutto la pietra stessa; di conseguenza anche la pianta beneficerà della frescura ottenuta. Naturalmente bagnando la pietra più volte, anche il terriccio della pianta risulterà umido. Si deve avere quindi l’accortezza che l’acqua dreni facilmente nel terreno evitando il ristagno e l’eventuale marcire delle radici. Questa lavorazione è avvenuta nel febbraio 2021 e dopo un anno la pianta si presenta stabile nella sua crescita e sviluppo. Il prossimo intervento che il bonsaista ha suggerito per rafforzare la pianta, sarebbe quello del rinvaso: sarebbe opportuno a questo punto utilizzare un terriccio che garantisca un drenaggio ottimale nel momento dell’annaffiatura. In seguito si potrà continuare il lavoro di rifinitura della chioma.

Prima della lavorazione:

Dopo la lavorazione:

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