Tamarix
Il genere Tamarix comprende diverse specie di arbusti e alberi caducifoglie (o semi-sempreverdi) tipici delle aree costiere e aride, molto apprezzati per il loro portamento elegante e piumoso, le foglie squamiformi e le fioriture leggere a pannocchia, rosa o bianche. Nonostante non sia una specie tradizionalmente usata nel bonsai, la Tamarice si presta bene a questa coltivazione grazie alla sua grande tolleranza alla siccità, al vento e alla potatura. La sua crescita fine e la capacità di sopravvivere in condizioni difficili la rendono perfetta per stili naturali come eretto informale (moyogi), scopa rovesciata o letterario (bunjin). È una scelta interessante per chi desidera coltivare una specie rustica, originale e di grande leggerezza visiva.
La Tamarix richiede di essere coltivata all'aperto in una posizione molto luminosa e soleggiata. Ama il sole diretto per molte ore al giorno e tollera molto bene le condizioni calde, ventose e saline, motivo per cui è spesso usata anche nelle zone costiere. In inverno, le specie decidue perdono le foglie e resistono al gelo moderato (fino a circa -10 °C, a seconda della specie e della protezione radicale). In zone più fredde, è comunque prudente proteggere il vaso dal gelo intenso.
La regola comune dell’annaffio che indica di bagnare ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto, è ideale anche nel caso del Tamarix, considerando però che nei periodi più caldi e in presenza di forte vento, bisogna intervenire con maggior frequenza. Spesso, infatti, in questi casi il terreno rischia di rimanere completamente asciutto. È bene inoltre tener presente che sia la mancanza, sia l’eccesso d’acqua possono creare gravi scompensi alla pianta.
Il rinvaso si effettua ogni 2-3 anni, in primavera, prima della ripresa vegetativa. La Tamarice ha un apparato radicale resistente e può tollerare potature moderate delle radici, ma senza eccessi. Il terreno ideale è ben drenante: si può usare una miscela di akadama, pomice e una piccola percentuale di terra pronta (es. 50:40:10). Dopo il rinvaso è consigliato tenere la pianta in mezz’ombra per alcuni giorni e sospendere la concimazione per 3-4 settimane.
La potatura strutturale si esegue in tardo inverno o inizio primavera, prima della ripresa vegetativa. Si eliminano rami mal posizionati, incrociati o troppo vigorosi, cercando di mantenere una linea armoniosa. La Tamarice tollera bene anche potature abbastanza drastiche, soprattutto se mirate a ringiovanire la pianta o a ripartire da una struttura base. Dopo la fioritura (in estate o autunno, a seconda della specie), si può eseguire una potatura di mantenimento, per pulire la chioma e stimolare nuovi getti. I fiori sbocciano sui rami dell’anno.
La pinzatura si esegue per contenere l’allungamento dei rami e stimolare la ramificazione fine. I nuovi germogli si lasciano allungare fino a 5-6 foglie, poi si accorciano a 2-3. Questo processo può essere ripetuto più volte durante la stagione vegetativa (primavera-estate), data la crescita abbastanza vigorosa della pianta. La pinzatura favorisce anche la formazione di una chioma più compatta e aiuta a ridurre la lunghezza internodale.
I rami giovani della Tamarice sono molto flessibili e si prestano bene alla modellatura con filo. Si consiglia di avvolgerli in primavera o inizio autunno, quando sono ancora teneri. Crescendo, la pianta lignifica rapidamente e diventa più fragile, quindi è meglio impostare la struttura in anticipo. Il filo va controllato frequentemente per evitare che segni la corteccia.
La Tamarice non è particolarmente esigente, ma in coltivazione bonsai è utile somministrare concimazioni regolari durante il periodo vegetativo, da inizio primavera fino all'estate. Si può usare un concime organico solido ogni 4-6 settimane o liquido bilanciato ogni 15 giorni. In estate si può sospendere temporaneamente. In inverno non è necessario concimare. Una leggera somministrazione di fosforo e potassio può favorire una fioritura più abbondante.
La Tamarix è una pianta rustica e poco soggetta a malattie, ma in coltivazione bonsai può essere attaccata da afidi o cocciniglia, soprattutto in condizioni di stress idrico. È importante garantire una buona circolazione d’aria e evitare ristagni d’acqua. Le foglie squamiformi possono accumulare polvere: se necessario, si possono vaporizzare con acqua per mantenere pulita la chioma. Il vento e la salsedine non la danneggiano, rendendola ideale anche per bonsaisti che vivono vicino al mare. Con il tempo, forma una corteccia screpolata e decorativa, molto suggestiva nei bonsai maturi.
La Tamarix richiede di essere coltivata all'aperto in una posizione molto luminosa e soleggiata. Ama il sole diretto per molte ore al giorno e tollera molto bene le condizioni calde, ventose e saline, motivo per cui è spesso usata anche nelle zone costiere. In inverno, le specie decidue perdono le foglie e resistono al gelo moderato (fino a circa -10 °C, a seconda della specie e della protezione radicale). In zone più fredde, è comunque prudente proteggere il vaso dal gelo intenso.
La regola comune dell’annaffio che indica di bagnare ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto, è ideale anche nel caso del Tamarix, considerando però che nei periodi più caldi e in presenza di forte vento, bisogna intervenire con maggior frequenza. Spesso, infatti, in questi casi il terreno rischia di rimanere completamente asciutto. È bene inoltre tener presente che sia la mancanza, sia l’eccesso d’acqua possono creare gravi scompensi alla pianta.
Il rinvaso si effettua ogni 2-3 anni, in primavera, prima della ripresa vegetativa. La Tamarice ha un apparato radicale resistente e può tollerare potature moderate delle radici, ma senza eccessi. Il terreno ideale è ben drenante: si può usare una miscela di akadama, pomice e una piccola percentuale di terra pronta (es. 50:40:10). Dopo il rinvaso è consigliato tenere la pianta in mezz’ombra per alcuni giorni e sospendere la concimazione per 3-4 settimane.
La potatura strutturale si esegue in tardo inverno o inizio primavera, prima della ripresa vegetativa. Si eliminano rami mal posizionati, incrociati o troppo vigorosi, cercando di mantenere una linea armoniosa. La Tamarice tollera bene anche potature abbastanza drastiche, soprattutto se mirate a ringiovanire la pianta o a ripartire da una struttura base. Dopo la fioritura (in estate o autunno, a seconda della specie), si può eseguire una potatura di mantenimento, per pulire la chioma e stimolare nuovi getti. I fiori sbocciano sui rami dell’anno.
La pinzatura si esegue per contenere l’allungamento dei rami e stimolare la ramificazione fine. I nuovi germogli si lasciano allungare fino a 5-6 foglie, poi si accorciano a 2-3. Questo processo può essere ripetuto più volte durante la stagione vegetativa (primavera-estate), data la crescita abbastanza vigorosa della pianta. La pinzatura favorisce anche la formazione di una chioma più compatta e aiuta a ridurre la lunghezza internodale.
I rami giovani della Tamarice sono molto flessibili e si prestano bene alla modellatura con filo. Si consiglia di avvolgerli in primavera o inizio autunno, quando sono ancora teneri. Crescendo, la pianta lignifica rapidamente e diventa più fragile, quindi è meglio impostare la struttura in anticipo. Il filo va controllato frequentemente per evitare che segni la corteccia.
La Tamarice non è particolarmente esigente, ma in coltivazione bonsai è utile somministrare concimazioni regolari durante il periodo vegetativo, da inizio primavera fino all'estate. Si può usare un concime organico solido ogni 4-6 settimane o liquido bilanciato ogni 15 giorni. In estate si può sospendere temporaneamente. In inverno non è necessario concimare. Una leggera somministrazione di fosforo e potassio può favorire una fioritura più abbondante.
La Tamarix è una pianta rustica e poco soggetta a malattie, ma in coltivazione bonsai può essere attaccata da afidi o cocciniglia, soprattutto in condizioni di stress idrico. È importante garantire una buona circolazione d’aria e evitare ristagni d’acqua. Le foglie squamiformi possono accumulare polvere: se necessario, si possono vaporizzare con acqua per mantenere pulita la chioma. Il vento e la salsedine non la danneggiano, rendendola ideale anche per bonsaisti che vivono vicino al mare. Con il tempo, forma una corteccia screpolata e decorativa, molto suggestiva nei bonsai maturi.