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Elaeagnus

L’Eleagno, frequentemente coltivato in forma bonsai, è popolare non solo come specie da frutto, ma anche per le sue alte potenzialità proprio a livello bonsaistico. Ne esistono diverse specie, che maturano i frutti dalla tarda primavera all’autunno e tutte rappresentano un materiale splendido per la formazione. Tra queste l'Elaeagnus pungens è robusto e facile da formare. Se si considerano le foglie, i frutti, il tronco, tutto lo rende una specie particolarmente adatta per essere trasformata in un bonsai. Generalmente se si domanda ad un amatore come mai non coltivi l’Eleagno, la risposta più frequente fa riferimento alla difficoltà di vederli in frutto. Tuttavia sono alberi con caratteristiche spettacolari, come la corteccia che diventa quasi nera con la maturità, e che se curati adeguatamente danno grandi soddisfazioni anche nella fruttificazione. In arte bonsai, gli stili a cui maggiormente si adatta sono: eretto informale, inclinato, prostrato e a cascata. Oltre all’Elaeagnus pungens, specie di origine giapponese, le specie più diffuse nel nostro Paese sono l’angustifolia e la multiflora.

L'Eleagnus è un bonsai da esterno. Coltivato in vaso però non sopporta i climi rigidi, pertanto in inverno va collocato in un luogo riparato, garantendo una posizione luminosa e fresca, con temperature sopra i 2°C. Dalla primavera fino a settembre andrà collocato all’esterno: la posizione ideale è in pieno sole in un luogo ben ventilato, posizione che permetterà di prevenire anche i facili attacchi di afidi a questa specie.

La regola comune dell’annaffio che indica di bagnare ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto, è ideale anche nel caso dell’Eleagnus. Durante la stagione vegetativa necessita di abbondanti annaffiature, che verranno diradate in autunno-inverno, facendo però attenzione che il terreno non arrivi mai ad inaridirsi. In caso di mancanza d’acqua le foglie cadono, perdendo di conseguenza anche i frutti che si formano a lato delle foglie stesse. In estate è necessario controllare scrupolosamente le annaffiature, poiché è una specie che necessita di molta acqua.

Si effettua ogni 2/3 anni all’inizio della primavera sulle specie a foglia caduca, a tarda primavera (aprile-maggio) su quelle sempreverdi. Gli alberi di questa famiglia producono, come le leguminose, dei noduli benefici a livello di apparato radicale, che non bisogna potare: sono batteri Azoto-fissatori che vivono in simbiosi con la pianta. Uno dei composti utilizzabili per questa specie è costituito da: 80% akadama e 20% terra pronta, ma se lo scopo è quello di far sviluppare più rapidamente le radici, si trapianta ad intervalli di due anni in akadama pura.

La sua facilità di formazione è rappresentata dalla possibilità di intervenire tre volte all'anno con la potatura. Nella fase di formazione i rami vanno lasciati crescere liberamente, potandoli solo quando appariranno eccessivamente lunghi. È indispensabile applicare mastice cicatrizzante con ormoni sulle grosse ferite, in modo da non provocare ritiri di linfa ai quali l’Elaeagnus è soggetto. Fiorisce da maggio a settembre a seconda delle specie e porta i frutti fino ai mesi di ottobre-novembre, ma per ottenere la fruttificazione bisogna evitare la potatura nel periodo di riposo invernale, rinviandola alla fine della primavera. Per riuscire ad avere un’abbondante fioritura l’anno successivo, si pota la pianta dopo la fioritura e un’altra volta alla fine dell’estate. Se si coltiva la varietà pungens, è possibile intervenire con la potatura praticamente in qualsiasi momento dell’anno.

Le gemme da fiore si formano generalmente sui rami corti, pertanto la coltivazione sarà rivolta all’ottenimento di una grande quantità di questo tipo di rami. In primavera ed in estate si accorciano i nuovi germogli mentre si sviluppano. Generalmente si riduce ad un paio di foglie quando il germoglio presenta otto foglioline nuove. Se defogliato in giugno, non forma i fiori sulle specie a fioritura più tardiva. Quando si desidera presentare il proprio esemplare ad un'esposizione conviene limitarsi perciò alla pinzatura dei germogli.

La pratica dell’avvolgimento su questa pianta può essere eseguita tutto l’anno, in quanto i rami dell’Elaeagnus sono flessibili anche in inverno. Si tratta di una peculiarità che rende quasi nulli i pericoli di rotture durante l’applicazione del filo.

Si fertilizza in primavera ed in autunno con concime organico a lenta cessione tipo aburukasu della linea Bonsan. Garantirle un nutrimento costante significa riuscire a stimolare efficacemente la fioritura e la fruttificazione. Utilizzare un concime a base di polvere d’osso è un piccolo trucco per ottenere più facilmente i frutti. Durante i mesi più caldi e quelli invernali, momenti in cui l’attività della pianta è ridotta, non si concima.

Questa pianta molto resistente, che cresce rigogliosa dando un piacevole senso di natura selvaggia, è caratterizzata da una grande ricchezza di rami e di foglie. In maggio-giugno si ricopre di fiori penduli a campanula, che saranno poi sostituiti da deliziosi frutti commestibili di color ruggine all'inizio dell'autunno. Esistono sia varietà a foglia caduca che sempreverde.

Consigli su:
Collocazione

L'Eleagnus è un bonsai da esterno. Coltivato in vaso però non sopporta i climi rigidi, pertanto in inverno va collocato in un luogo riparato, garantendo una posizione luminosa e fresca, con temperature sopra i 2°C. Dalla primavera fino a settembre andrà collocato all’esterno: la posizione ideale è in pieno sole in un luogo ben ventilato, posizione che permetterà di prevenire anche i facili attacchi di afidi a questa specie.

Annaffiatura

La regola comune dell’annaffio che indica di bagnare ogni qualvolta il terreno risulta asciutto al tatto, è ideale anche nel caso dell’Eleagnus. Durante la stagione vegetativa necessita di abbondanti annaffiature, che verranno diradate in autunno-inverno, facendo però attenzione che il terreno non arrivi mai ad inaridirsi. In caso di mancanza d’acqua le foglie cadono, perdendo di conseguenza anche i frutti che si formano a lato delle foglie stesse. In estate è necessario controllare scrupolosamente le annaffiature, poiché è una specie che necessita di molta acqua.

Rinvaso

Si effettua ogni 2/3 anni all’inizio della primavera sulle specie a foglia caduca, a tarda primavera (aprile-maggio) su quelle sempreverdi. Gli alberi di questa famiglia producono, come le leguminose, dei noduli benefici a livello di apparato radicale, che non bisogna potare: sono batteri Azoto-fissatori che vivono in simbiosi con la pianta. Uno dei composti utilizzabili per questa specie è costituito da: 80% akadama e 20% terra pronta, ma se lo scopo è quello di far sviluppare più rapidamente le radici, si trapianta ad intervalli di due anni in akadama pura.

Potatura

La sua facilità di formazione è rappresentata dalla possibilità di intervenire tre volte all'anno con la potatura. Nella fase di formazione i rami vanno lasciati crescere liberamente, potandoli solo quando appariranno eccessivamente lunghi. È indispensabile applicare mastice cicatrizzante con ormoni sulle grosse ferite, in modo da non provocare ritiri di linfa ai quali l’Elaeagnus è soggetto. Fiorisce da maggio a settembre a seconda delle specie e porta i frutti fino ai mesi di ottobre-novembre, ma per ottenere la fruttificazione bisogna evitare la potatura nel periodo di riposo invernale, rinviandola alla fine della primavera. Per riuscire ad avere un’abbondante fioritura l’anno successivo, si pota la pianta dopo la fioritura e un’altra volta alla fine dell’estate. Se si coltiva la varietà pungens, è possibile intervenire con la potatura praticamente in qualsiasi momento dell’anno.

Pinzatura

Le gemme da fiore si formano generalmente sui rami corti, pertanto la coltivazione sarà rivolta all’ottenimento di una grande quantità di questo tipo di rami. In primavera ed in estate si accorciano i nuovi germogli mentre si sviluppano. Generalmente si riduce ad un paio di foglie quando il germoglio presenta otto foglioline nuove. Se defogliato in giugno, non forma i fiori sulle specie a fioritura più tardiva. Quando si desidera presentare il proprio esemplare ad un'esposizione conviene limitarsi perciò alla pinzatura dei germogli.

Avvolgimento

La pratica dell’avvolgimento su questa pianta può essere eseguita tutto l’anno, in quanto i rami dell’Elaeagnus sono flessibili anche in inverno. Si tratta di una peculiarità che rende quasi nulli i pericoli di rotture durante l’applicazione del filo.

Concimazione

Si fertilizza in primavera ed in autunno con concime organico a lenta cessione tipo aburukasu della linea Bonsan. Garantirle un nutrimento costante significa riuscire a stimolare efficacemente la fioritura e la fruttificazione. Utilizzare un concime a base di polvere d’osso è un piccolo trucco per ottenere più facilmente i frutti. Durante i mesi più caldi e quelli invernali, momenti in cui l’attività della pianta è ridotta, non si concima.

Cure

Questa pianta molto resistente, che cresce rigogliosa dando un piacevole senso di natura selvaggia, è caratterizzata da una grande ricchezza di rami e di foglie. In maggio-giugno si ricopre di fiori penduli a campanula, che saranno poi sostituiti da deliziosi frutti commestibili di color ruggine all'inizio dell'autunno. Esistono sia varietà a foglia caduca che sempreverde.

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Elaeagnus Pungens - Olivagno Pungente - 47 cm Elaeagnus Pungens - Olivagno Pungente - 47 cm 2
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Elaeagnus Pungens - Olivagno Pungente - 41 cm Elaeagnus Pungens - Olivagno Pungente - 41 cm 2
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L'aspetto può variare in base alle stagioni Altezza senza vaso: 34 cm Tronco: 8 cm Nebari: 15 cm Vaso in grès smaltato: 31 x 24 x H 7 cm Età: 50 anni
Elaeagnus Pungens - Olivagno Pungente - 23 cm Elaeagnus Pungens - Olivagno Pungente - 23 cm 2
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190,91 €
L'aspetto può variare in base alle stagioni Shohin Stile: eretto informale Altezza vaso escluso: 18 cm Tronco: 1,5 cm Nebari: 6,5 cm Vaso in grès smaltato: 12 x 8 x H 5 cm
Elaeagnus pungens - Olivagno - 20 cm Elaeagnus pungens - Olivagno - 20 cm 2
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